La sicurezza nei motori – I processi alle intenzioni
“Enzo Ferrari è Saturno ammodernato che mette al mondo i figli e poi li divora“. Il tema della sicurezza è sempre stato di grande attualità. Correva l’anno 1957. Enzo Ferrari era accusato di assumere piloti e poi mandarli di proposito a morire sulle sue macchine potenti e insicure e mettendoli uno contro l’altro. In quegli anni erano morti molti piloti al volante delle Ferrari. In un incidente ci furono ben 11 vittime tra concorrenti e spettatori tra cui alcuni bambini. Enzo Ferrari venne processato e la stampa lo dipinse quasi come un demone.
Nella mitologia, Saturno veniva identificato con Crono. Saturno salì al potere, detronizzando il padre Urano ma venne profetizzato che un giorno uno dei figli di Saturno lo avrebbe a sua volta detronizzato così, per evitarlo, divorò tutti i figli appena nati.
Già il dio Crono, il cronometro che uccide i giovani di oggi. In questi giorni è stato scritto molto, troppo sulla sicurezza, vittime di incidenti in moto e in auto.
Che vada fatto tutto il possibile per aumentare la sicurezza attiva e passiva è chiaro, è evidente. Alcuni regolamenti vanno certamente cambiati, vanno resi più sicuri possibile gli autodromi e le manifestazione motoristiche in genere. Il motorsport, anzi, lo sport in generale, però non sarà mai totalmente privo di rischi. La vita stessa non è scevra di rischi.
“L’unico vero rischio nella vita, è non voler correre alcun rischio“, scrive lo scrittore Sergio Bambarén. Inutile dunque fare i processi alle intenzioni di chi gareggia in auto o moto, dei team, delle società, delle federazioni, dei genitori che fanno gareggiare i figli, ecc.
Bisogna lavorare per rendere il motorsport più sicuro possibile, stop. Per il resto è impossibile descrivere con le parole la passione. Bisogna solo assaporare l’adrenalina e vivere appieno le emozioni che ci regala lo sport che noi amiamo.
Marianna Giannoni