Riccardo Moretti – da fuoriclasse del CIV a tecnico FMI “Da pilota ho superato tutti gli ostacoli, tranne quello economico”
Talento, coraggio, determinazione, simpatia e soprattutto carisma. Riccardo Moretti sarebbe potuto diventare una stella del motociclismo mondiale. È l’italiano che ha vinto più gare in assoluto nel Campionato Italiano classe 125 cc. Ha trionfato con 3 case motociclistiche diverse: Honda, Aprilia e Mahindra. Aveva tutto per sfondare nel mondiale. Anzi, quasi tutto. Gli mancava il budget.
Sono trascorsi alcuni anni. Oggi è un ottimo collaudatore ed un eccellente tecnico FMI 2° livello.
Riccardo, ora ti dobbiamo chiamare coach?
“Perché coach? Mica alleno una squadra di calcio! Oggi va di moda definirsi coach, anche tra gli ex piloti famosi. Sono tutti coach ma non mi piace questo termine. Non si insegna ai piloti ad andare in moto, lo sanno fare da soli. Io sono un tecnico diplomato al CONI che cerca di fare capire ai team le esigenze dei piloti: sono un filtro tra piloti e meccanici”.
Da pilota ti sei sempre distinto per la tua determinazione.
“Nella mia vita ho superato tantissime difficoltà e queste hanno rafforzato il mio carattere, mi hanno reso un uomo migliore. Da collaudatore e da tecnico ho affrontato tante sfide. Negli ultimi anni ho portato avanti lo sviluppo di varie moto, tra cui la TM che ha vinto poi il CIV 2018 con Kevin Zannoni. I piloti con cui ho collaborato come tecnico sono sempre andati bene e mi sono realizzato”
La storia di Riccardo Moretti merita di essere raccontata. Riccardo, per tutti Ricky, era un ragazzino romagnolo che gareggiava nel cross. A 16 anni ha avuto un incidente e si è fratturato 5 vertebre. La sedia a rotelle, la riabilitazione a Montecatone e la rinascita. Dopo 3 anni di stop è tornato in sella, nella velocità, e nel 2007 ha vinto il Trofeo Honda 125 GP. L’anno dopo, con una Honda privata, si è classificato 2° nel CIV ad appena 2 punti da Lorenzo Savadori. L’appuntamento con il successo era solo rinviato.
Il 2009 è stato un anno magico per Moretti che ha trionfato nel CIV collezionando vittorie e record. Ha poi assaggiato l’emozione del mondiale ma senza budget non si va lontano. Nel 2012 ha gareggiato sulla neonata Mahindra ed ha entusiasmato. Ha conquistato 4 vittorie infliggendo distacchi abissali a tutti gli avversari. In India era diventato un eroe nazionale, il pilota che aveva regalato alla Mahindra i suoi primi successi. La sorte però gli ha voltato le spalle e non ha conquistato il titolo a causa di un tamponamento e di un problema tecnico. Il campionato se lo era aggiudicato Lorenzo Dalla Porta ma tutti avevano considerato Moretti il vincitore morale del CIV 2012. Dopo una stagione così sarebbe stato logico vederlo nel Mondiale in pianta stabile ma come sempre “no monney – no race”.
Se oggi guardi al tuo passato, cosa provi?
“Sono felice di quello che ho fatto. Dentro di me sono consapevole che avrei potuto lottare per il titolo mondiale ma non ho ripianti. Mi sono rialzato da una sedia a rotelle, ho vinto un titolo italiano e mi sono classificato secondo in altre due edizioni del CIV. Nella mia vita ho sempre dovuto rincorrere, ho sempre avuto moto inferiori ai miei avversari ma ho comunque lottato e vinto. Ho superato tutti gli ostacoli, tranne quello economico, l’unico invalicabile e che non dipendeva da me”.
Hai sempre gareggiato in 125 e Moto 3. Perché non sei approdato alle derivate di serie?
“Alcuni anni fa un importante team di Superbike mi ha proposto di fare un test con una Ducati ma non ci sono andato. Le gare di Superbike sono divertenti da guardare in TV ma io amo guidare solo le moto da gran premio. Le Superbike sono pesanti, sono moto da usare per andare al bar”.
Progetti per il futuro?
“Il mio obbiettivo è continuare a fare il collaudatore ed il tecnico, possibilmente in team ufficiali”.