Editoriale – Anestetizziamo il cuore per esorcizzare la paura
L’ultimo pensiero della sera. Ieri mi sono addormentata pensando a Mauricio Paludete, classe 1975, proprio come me.
È morto dopo la gara del Brasil SuperBike, un campionato che seguo perché ci gareggia Anthony West. Gli organizzatori hanno dato uno scarso risalto a questo drammatico fatto.
Nonostante il pilota fosse in condizioni disperate, le altre gare si sono svolte regolarmente. Podi, sorrisi, champagne, foto, interviste, feste… Tutto come da copione mentre un pilota stava morendo o forse era già morto.
Il primo sentimento che affiora, ovviamente, è lo sdegno. Forse i piloti non erano consapevoli della gravità dell’incidente ma gli organizzatori sì ed almeno avrebbero potuto evitare lo champagne. Poi penso ad Interlagos, un circuito obbiettivamente pericoloso per le moto. Il Campionato Brasiliano si svolge in gran parte in questo autodromo. I piloti torneranno a gareggiare ad Interlagos il 26 maggio e nel 2019 avranno altre 5 gare in questo circuito. Se pensassero alla morte di Mauricio, alla pericolosità di questo circuito, con quale spirito tornerebbero in pista? Meglio anestetizzare il cuore, non pensarci ed andare avanti.
Questo vale per i piloti ma ancor più per i loro famigliari ed anche per i loro meccanici, amici, tifosi. Con West ho instaurato una sorta di amicizia, anche se di tastiera. Se rifletto sui rischi d’Interlagos come posso seguire serenamente le sue gare? Meglio fare finta di nulla. Non è cinismo ma è istinto di sopravvivenza. Sopravvivenza di una passione tanto bella quanto spietata.
Marianna Giannoni