Semplicemente straordinario. Vanni Oddera è un eroe moderno che ha cambiato la vita a migliaia di bambini con la Mototerapia.
La sua grandezza è qualcosa che per certi aspetti disorienta perché fonda le sue radici nell’umiltà, nell’infanzia tra i boschi di Pontinvrea con gli amici ed un cinghiale che aveva addomesticato.
Vanni ha una carica di umanità indescrivibile, un cuore immenso, è l’emblema dei valori importanti della vita. Finché ci sono persone come Vanni Oddera c’è speranza per il futuro delle nuove generazioni.
Vanni è sempre stato appassionato di motocross e crescendo si è specializzato nel freestyle. A 28 anni l’episodio che gli ha cambiato la vita.
“Ho sempre avuto il desiderio di aiutare gli altri ma non lo avevo mai fatto. Nel 2009 la scintilla, a Mosca, dopo un’esibizione. Salgo su un taxi e sento un pessimo odore. Mi accorgo che l’autista non ha le gambe ed ha problemi d’incontinenza. Nonostante i suoi enormi problemi non si arrende e lavora. Gli ho dato tutti soldi che avevo con me ed ho capito che avrei dovuto fare qualcosa di concreto per gli altri”.
Poco dopo Vanni inizia ad andare negli ospedali per regalare qualche istante di felicità ai bambini gravemente malati. Regala lacrime di gioia a chi aveva conosciuto solo quelle di dolore. Diventa così il pioniere di una nuova forma di volontariato.
“Dono ai bambini ammalati emozioni, parentesi di gioia, sorrisi. Quando salgono in moto con me sono felici. Ho cambiato la vita a migliaia di persone ed è questa la cosa importante. Io regalo essenzialmente il mio tempo e non è niente. Credo sia fondamentale aiutare gli altri, mettere al primo posto i valori, le persone e nel mio caso principalmente i bambini. I genitori sono felicissimi perché finalmente vedono i loro piccoli sorridere, per loro è una boccata d’ossigeno”.
Dove trovi il tempo per conciliare sport e volontariato?
“Il tempo si trova, basta un po’ di ottimizzazione. Chi dice che non ha tempo è perché in realtà non vuole, non ci tiene a fare certe cose”.
Di recente sei diventato padre.
“Sì, ho una bimba di 3 mesi e le trasmetterò i miei valori, anzi, penso siano già nel suo DNA perché sono parte integrante di me. Derivano dalle mie origini in un paesino di montagna”.
Come riesci a rimanere impermeabile davanti al dolore dei bambini, a non farti travolgere emotivamente da tanta sofferenza?
“Ci sono alcune situazioni difficili. L’anno scorso sono venuti a mancare due ragazzini che frequentavano il mio gruppo fin dagli inizi e che erano anche venuti a casa mia. L’essenziale comunque è prendere coscienza che attorno a noi c’è molta gente che soffre. Non sono mai stato uno che mette la testa sotto la sabbia e che si nasconde davanti ai problemi della vita. Mi capita di andare in certi ospedali è vedere situazioni che fanno stare male poi però vado a casa, stacco per qualche giorno, vado a funghi nei boschi, ricarico le batterie e riparto”.
I tuoi colleghi piloti ti appoggiano o hai anche degli haters?
“Il 90% mi appoggia e ci sono anche altri che si dedicano a queste attività. Una piccola parte dei miei colleghi dice che lo faccio per mettermi in mostra ma sono stupidi, lo faccio da 10 anni ed in passato non se ne parlava. Fare dal bene consente anche di selezionare le persone ed eliminare dalla propria vita le conoscenze inutili, quelle di persone senza valori. Tutto torna indietro nella vita. Fare del bene rende felici. Alcune aziende si erano offerte di sponsorizzarmi per queste iniziative ma io non ho mai voluto soldi. Ho chiesto loro di venire negli ospedali, di vedere con i loro occhi queste realtà e di aiutare il movimento a crescere”.
Ci sono altri campioni che hanno seguito il tuo esempio?
“Ho mosso tante coscienze. Adesso ci sono sempre più iniziative analoghe, con protagonisti anche i campioni di altri sport sport”.
I piloti del Motomondiale? Di MotoGP?
“Potrebbero fare molto di più. lo dico apertamente. Un conto sono le raccolte fondi per le varie iniziative benefiche, un altro è toccare con mano la sofferenza dei bambini e dei ragazzi, andare da loro, abbracciarli, dedicargli del tempo”.
Prossimo appuntamento il 21 dicembre all’Ospedale Gaslini di Genova per regalare un sorriso ai bimbi poco prima del Natale.
Chi vuole conoscere meglio la storia di Vanni Oddera www.vannioddera.it o può acquistare il libro “Il Grande Salto”.
Marianna Giannoni