Esiste il doping nel motociclismo italiano? Alex Polita “Penso di no ma pochi controlli e totale disinformazione”
Esiste il doping nel motociclismo? É una domanda che ogni tanto torna d’attualità. Crutchlow, in un’intervista a Crash.net, aveva evidenziato le lacune del sistema ritenendo insufficienti i controlli. Nel frattempo è scoppiato il caso West in Supersport e su questo aspettiamo gli sviluppi.
Il però dubbio rimane. I piloti fanno uso di doping? Ma soprattutto, vengono fatti abbastanza controlli? Prendiamo in esame la realtà italiana ed andiamo sul sito Nado Italia.
Nado Italia è l’organizzazione nazionale antidoping ed ha la responsabilità esclusiva in materia di adozione ed applicazione delle norme in conformità al Codice Mondiale Antidoping.
Per conoscere la situazione andiamo alla sezione “dati statistici”. I più recenti sono quelli del 2017. In tutto il 2017 sono stati effettuati in Italia 4 controlli sulle urine in competizione, nessun controllo ematico e nessun controllo fuori dalle competizioni. Sono dati relativi a tutte le competizioni e tutti i tesserati FMI quindi non sappiamo in quali gare siano stati fatti, in quali specialità. Sono stati effettuati 4 controlli anche nel 2016. Andando indietro negli anni, nel 2010 ne erano stati fatti 20 di cui uno con esito avverso. Nel 1990 vennero fatti 60 controlli antidoping.
Dalle statistiche Nado si evince che il tasso di positività è estremamente basso ma negli ultimi anni vengono fatti pochissimi controlli in Italia.
Sul sito del CIV praticamente non si parla di antidoping, ci sono solo alcuni documenti molto vecchi, di quasi 10 anni fa. Sul sito della Federmoto bisogna andare sulla sezione documenti e consultare tutte le norme e gli elenchi delle sostanze e delle pratiche proibite. Quanti piloti lo fanno?
Ho fatto un piccolo sondaggio, in forma anonima, tra i piloti. Le conoscenze in materia di normative antidoping sono modeste.
Alessandro Polita ne parla apertamente “Siamo nel Medio Evo – esordisce il pilota jesino – credo che nel settore velocità, in ambito nazionale, non si faccia ricorso al doping però c’è una totale disinformazione. Io vado a pane ed acqua, non uso neppure gli integratori, quindi sono tranquillo però ad inizio anno nessuno fornisce ai piloti della documentazione, dice cosa si può usare e cosa no. In passato qualche controllo in più veniva fatto, io ero stato sottoposto a dei controlli antidoping, ma ultimamente ne fanno pochi”.
E dire che i piloti stessi gradirebbero più controlli e soprattutto più informazioni in modo da evitare un’eventuale positività per l’utilizzo accidentale di un farmaco da banco. Ricordiamoci che anche una banale pomata cicatrizzante o un farmaco per il raffreddore possono provocare la positività all’antidoping.
Per approfondimenti:
http://www.nadoitalia.it/it/home-it/dati-statistici.html