Ford, un ritorno d’amore in Formula 1
La Ford tornerà in F1 come partner di powerunit della RedBull, una notizia che ha fatto il giro del mondo, in brevissimo tempo. Un ritorno importante quello della casa statunitense, che riporta alla mente i grandi trionfi, e riaccende quella vecchia rivalità con Ferrari. Il ritorno ovviamente sarà dal 2026, cioè l’anno dei grandi cambiamenti per il massimo campionato a 4 ruote. Ora cerchiamo di scoprire alcuni dettagli dell’affare, e rivediamo anche alcune grandi imprese della casa di Detroit in F1.
La casa a stelle strisce manca da ben 19 anni dalla F1 e ne mancheranno 22 dal suo ritorno. Un ritorno guarda caso che vede ancora una volta sulla sua strada la casa austriaca. Nel 2004 la Ford saluta dopo aver cooperato per motorizzare la Jaguar, la casa inglese anche si ritira, e il suo posto viene preso proprio da Redbull. Un incrocio quindi che doveva prima o poi accadere, anche sé in altri campionati è già accaduto. Il suo ritorno ha un solo obiettivo, dimostrarsi la miglior casa per quanto riguarda i motori sostenibili. Inutile nasconderlo, senza i cambiamenti che portano la F1 a motori sempre più ibridi e spinti da carburante sostenibile, questo ritorno non ci sarebbe mai stato.
La Redbull, che era alla ricerca di un nuovo fornitore di motori, trova forse il migliore che potesse trovare. La strada sembrava portare a Porsche, ma l’affare non si è concluso, dato che la casa tedesca era intenzionata a prendersi anche una fetta del pacchetto della scuderia. Redbull ora sta vivendo un periodo d’oro con Honda, e forse senza il tintinnio della casa giapponese, le due aziende avrebbero continuato insieme. La casa di Tokyo però, ha pensato che la sua storia in F1 fosse finita, ma poi ci ha ripensato e non è riuscita a trovare un accordo con Redbull. Redbull quindi si è fatta un giro, ed ha capito che per continuare a sfidare le altre scuderie, e per rimanere la migliore in F1, aveva bisogno della Ford. Un binomio questo che ha un solo obiettivo, vincere il più possibile, senza lasciare briciole agli avversari.
Quando Ford sfidò Ferrari anche in F1
L’esordio degli statunitensi in F1 risale al 1967, quando montava i suoi motori sulla Lotus e sulla Matra. La stagione fu vinta dalla Brabham, ma dietro ci finì proprio la Ford. L’anno dopo, il britannico Graham Hill portò il titolo mondiale alla Lotus, che montava il motore a V ad otto cilindri Ford Cosworth DFV. I titoli arrivano sempre più frequentemente, e la Ford diventa il motore più ambito, ed esso diventa la fortuna di 3 grandi scuderie della storia di questo sport. Lotus come detto, ma quei motori fecero felice anche la McLaren e la Williams. La storia narra di 176 gare vinte da monoposte motorizzate Ford.
Enzo Ferrari vede in Henry Ford secondo forse il suo più grande rivale, anche più di Ferruccio Lamborghini. Henry è stato un uomo ambizioso, che dopo la morte del padre, viene richiamato dal fronte, dove stava combattendo nella marina la Seconda guerra mondiale. Ford secondo nel 1943 prende il timone dell’attività di famiglia, cambiano la storia dell’azienda. Egli capisce qualcosa di grandioso per il mondo dell’auto statunitensi, il marchio non cresce solo grazie alle vendite e a quante auto produci, ma anche all’immagine sportiva che dai di lei. L’epoca vittoriosa di Ford in F1 viene denominata, l’epoca dei garagisti. Le scuderie fabbricano il telaio, lasciando il motore ad una casa terza. La casa di Detroit è pronta a tornare proprio in questo modo, per tornare a sfidare Ferrari ed ora anche la Mercedes.
Il 2026 è lontano ma è già nell’immaginario collettivo
Le regole che vedremo dal 2026 sono già nel cervello dei tifosi, per un motivo molto semplice. Questa F1 che spinge verso gare sostenibile fanno gola alle case automobilistiche di tutto il mondo, ed addirittura fra 3 anni, avremo 6 case che forniranno i loro motori alle scuderie. Le immancabili Ferrari, Mercedes e Renault, con la Honda che è ancora alla ricerca di un partener, e poi i nuovi ingressi di Ford ed Audi. Oggi si parla di un nuovo possibile Team che potrebbe entrare, e si fa il nome del Team Andretti. Andretti ha detto che vuole entrare con un motore statunitense, facendo il nome della Cadillac. Andretti però non ha specificato nulla, e se l’ingresso fosse proprio con la azienda dello Stato del Michigan? Supposizioni al momento, ma che mostrano anche, una F1 sempre più a stelle e strisce.
Riccardo Ventura