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Frank Williams visto con gli occhi di una bambina

Frank Williams visto con gli occhi di una bambina
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Ricordi d’infanzia. Primi anni ’90. In tv passava la pubblicità “Lemonsoda – Oransoda wooommmmmm”. La Formula 1 per me aveva il sapore autentico dell’aranciata che bevevo durante le gare e della benzina che annusavo quotidianamente ai distributori di mio nonno, Pitron. Ero ferrarista ma tifosissima del “Leone” Nigel Mansell e non del “Professore” Alain Prost. Quando il pilota inglese andò alla Williams divenni tifosa della squadra inglese.

Ferrari e Williams avevano tanto in comune, almeno agli occhi di una ragazzina appena adolescente. Avevano una storia fatta di sacrifici, sogni, trasmettevano passione. Si legge che Enzo Ferrari e Frank Williams fossero uniti da una grande stima reciproca. Entrambi avevano origini molto umili ed erano riusciti a farsi strada con la forza delle loro idee.

Il 1992 era stato un anno indimenticabile, tutti i gran premi incollata davanti alla tv ad urlare “forza Nigel” e tutti i martedì in edicola, prima di andare a scuola, a comprare Autosprint. A fine stagione proprio Autosprint regalò la maglietta celebrativa del titolo mondiale di Mansell, mai indossata ma incorniciata ed appesa in camera.

Mansell lasciò poi la Williams per andare a gareggiare in America ma rimasi fedele alla scuderia inglese anche perché aveva ingaggiato Damon Hill, un ragazzo simpaticissimo che avevo conosciuto di persona durante le mie prime scorribande da baby giornalista al Motor Show di Bologna. Nonostante fossi una ragazzina che si dilettava a collaborare con una piccola radio di paese, Damon non mi aveva snobbato. Mi aveva rilasciato un’intervista ed era rimasto a chiacchierare con me senza problemi. Non potevo che diventare sua tifosa.

In Williams era arrivato poi Ayrton Senna, il mito. E il 1 maggio 1994 fiumi di lacrime.

Crescendo il tifo si è raffreddato. Un giornalista non dovrebbe essere mai un tifoso ma la Williams mi è rimasta nel cuore. Tra le cose che apprezzavo di più c’era la massima stima e considerazione che Frank Williams aveva per le donne, ingaggiando spesso delle pilote come tester.

Non ho mai avuto l’onore di conoscere di persona Sir Frank ma l’ho stimato profondamente. Ho assistito poi al declino dalla Williams e mi dispiaceva molto vedere lo sguardo spento e quasi rassegnato dello storico fondatore. Quando la Williams ha ingaggiato Kubica, supportato dal maxi sponsor Orlen, speravo in una svolta che purtroppo non c’è stata e il team è stato venduto al fondo di investimento statunitense Dorilton Capital.

Ora sto notando la ripresa, la rinascita di questa storica scuderia che un passo alla volta sta cercando di ritornare in auge, nel segno del grande Frank Williams

Marianna Giannoni

Foto presa dalla pagina Facebook di Susie Wolff