Il peso delle parentele: dalla MotoGP alla Formula1
I piloti sono sempre in discussione, nessuno si salva dai giudizi. Il problema è che a volte si giudicano i piloti dalle loro parentele. La concezione è che siccome un tuo parente è stato un grande, di conseguenza lo sei anche tu, e lo devi dimostrare. Questo succede in MotoGP dove Luca Marini ed Alex Marquez, portano il peso di essere i fratelli, di due dei più grandi piloti della storia. Il punto è che succede anche in Formula1 dove Mick Schumacher, porta un peso enorme, essendo il figlio del leggendario Michael Schumacher.
Marini ed Alex costretti a non avere un percorso normale
L’arrivo nella classe regina per i due centauri è stato diverso, si sposta di un anno, e con percorsi differenti. Alex Marquez è giunto in MotoGP dopo aver vinto due titoli mondiale, uno in Moto3 ed uno in Moto2. Il vuoto lasciato dal ritiro di Jorge Lorenzo, lo ha portato subito nel team Honda Repsol. La strada di Marini è ancora più complessa, il suo arrivo nel motomondiale in pianta stabile arriva nel 2015 in Moto2. Tutto questo, dopo aver fatto due comparse precedenti, nel Gp di Misano nel 2013 in Moto3 e nel 2014 in Moto2. Luca a differenza di Alex però, non ha mai vinto un titolo nelle classi inferiori.
Una volta però arrivati in cima, tutti e due sono stati paragonati alla stessa maniera, ovvero, avere lo stesso talento del fratello. Questo ha condotto le persone a non guardare il 2020 dello spagnolo, dove ha collezionato due podi, ed ora è quasi sempre la miglior Honda, lasciando da parte il fratello. Luca invece, guida una Ducati e tutti si aspettavano subito grandi cose, visto anche l’approdo che hanno avuto Enea Bastianini e Marco Bezzecchi. La verità è che la crescita di un pilota, varia da centauro a centauro. Marini sta arrivando, e grazie alla sua moto sta già raggiungendo posizioni importanti, Alex il prossimo anno guiderà anch’esso una Ducati, ed allora lì vedremo il suo vero potenziale.
Il destino di Mick Schumacher
Mick Schumacher si trova nelle stesse condizioni, anche se lui guida in Formula1. Il giovane tedesco è giunto nella massima categoria automobilistica, dopo aver vinto il titolo in F3 europeo e quello F2. Le aspettative sin da subito sono state alte, senza pensare con quale scuderia Mick ora stia correndo. La HAAS non è stato un bel biglietto da visita, basti pensare che nel 2021 la scuderia statunitense non ha investito nulla nello sviluppo. Quest’anno è diverso, non solo l’auto è migliorata, ma anche il giovane Schumacher sta dando segnali molti importanti, segnali che però non bastano per l’opinione pubblica.
L’opinione pubblica gli darà grandi meriti solo quando sarà davanti come il padre, una situazione che non è detto che si realizzi mai. Certo, questa situazione con Michael è già successa, basti pensare al fratello Ralf. Ralf ha dalla sua, l’aver corso nell’epoca migliore del fratello dove era impossibile batterlo, riuscendo però a collezionare 6 vittorie. Vittorie frutto del grande lavoro della Williams, quando ancora la casa di Grove era una protagonista di questo sport.
Questi paragoni fanno male ai protagonisti stessi
Tutti questi paragoni mettono in cattiva luce i protagonisti in questione, che non vengono lasciati in pace. Ogni pilota ha un suo percorso, e tutti arrivano al loro massimo in momenti diversi. Inutile mettere a confronto uomini diversi, il talento è una cosa personale, non si tramanda di generazione o per fratellanza. La decisione giusta forse è stata presa da Jack Doohan, che oggi corre in F2. Almeno lui può star tranquillo, visto che il padre Michael ha vinto 5 titoli nella vecchia 500cc, ovvero sulle due ruote.
Riccardo Ventura
foto GettyImage