Il talento – Stefano Bedon “Un test d’intelligenza è più importante di una prova in pista”
Che cos’è il talento? Come si fa a capire se un giovane l’ha? Soprattutto, quanto conta?
Negli sport olimpici, ovviamente, è più facile individuarlo perché non c’è la variabile del mezzo meccanico. Inutile negare l’evidenza, l’auto o la moto ha un ruolo importante.
Sul talento sono stati fatti centinaia di convegni e data la complessità ci sono molteplici conclusioni. Per fare luce su questo tema abbiamo sentito vari esperti, anche esterni al mondo dei motori.
“Normalmente il talento si manifesta come un individuo dotato di capacità tali da fornire prestazioni mentali e fisiche nettamente superiori alla media – spiega Giuliano Corradi, tecnico della nazionale italiana di atletica leggera – In età giovanile le capacità devono ancora manifestarsi completamente. Indipendentemente dalla disciplina praticata, il sistema di individuazione del talento avviene nel corso di 3-4 anni di attività, all’interno del processo di allenamento”.
“Io la penso come l’allenatore di Bolt – prosegue Corradi – Dopo averlo conosciuto e visto nei primi allenamenti, gli ha detto “tu hai talento e fai le cose bene, ma il talento non basta, quindi se non lavorerai duramente, più e meglio degli altri, non diventerai mai un campione. Bolt lo ha ascoltato”.
L’impegno è il comune denominatore che unisce sport olimpici e motorsport. Lo sottolinea Stefano Bedon, team manager Snipers nel Motomondiale.
“Le moto oggi vanno in modo simile e le gomme sono tutte uguali. Conta più il pilota, sia fuori che in pista. Fuori perché deve agevolare la squadra nella messa a punto, in pista perché, a parità di mezzo, la determinazione è tutto. Un pilota di talento non è stupido. Un test d’intelligenza è più importante di una prova in pista. La caparbietà, la volontà, l’attitudine al rischio e la passione sono più importanti dei riflessi e della forza fisica. Il talento non basta per vincere. È veramente difficile stabilire se un ragazzo diventerà un campione. Gli step di crescita sono tanti e non si sa subito a quali livelli arriverà e dove si fermerà”.
Bedon è un team manager serio ma tanti altri non lo sono, purtroppo. Anthony West dice sempre quello che pensa “Il talento è un babbo con tanti soldi – afferma il pilota australiano – se un team manager vede un pilota ricco di famiglia gli fa credere di avere talento”.
Purtroppo è una prassi piuttosto consolidata. Vediamo tanti piloti dipinti come per forti mentre, in realtà, hanno solo il padre milionario. In alcuni casi, come scritto nell’articolo sui pay driver, riescono a raggiungere discreti livelli perché hanno mezzi al top, in grado di supplire parzialmente ai limiti del pilota.
Il talento è un concetto difficile da definire nel mondo dei motori. Se nell’atletica un giovane sprinter che corre i 100 metri in 10 secondi netti è considerato unanimemente un talento, nel motorsport è più complesso. Ci sono piloti che erano dei fenomeni in minimoto ma poi hanno faticato sulle ruote alte, altri che non sapranno mai se avevano talento o meno perché non hanno mai avuto un mezzo competitivo e tante altre variabili.
“Serve moltissimo talento per capire se un pilota ha talento o meno – conclude Riccardo Moretti, pilota collaudatore e tecnico FMI – è una qualità innata, non la si può insegnare. Arrivati ad un certo punto della vita è la capacità di imparare e di migliorare”.
Marianna Giannoni
Foto in primo piano credits Dario Avancini