Phaedra Lulù Theffo – Quando l’amore per le moto è più forte di tutto
Phaedra Lulù Theffo è l’emblema della passione per le moto. Di origini francesi, da anni vive in Italia, precisamente a Sarnico, in provincia di Bergamo. Il suo amore per le moto è sbocciato da bambina ma ha deciso di mettersi in gioco più avanti, guardando una gara dal vivo. La sua passione per questo sport è così grande, che ha ricoperto diversi ruoli nel mondo delle moto. D’addetta stampa per un team, fino ad arrivare ad essere una pilota. Oggi continua a correre, tra le minimoto e la sua più grande passione, quella per le 125 a due tempi. Lulù Theffo crede che il sempre più ragazze in pista, possa portare a campionati, senza divisione tra i due sessi.
Lulù Theffo ci dimostra come tutto si può raggiungere, se davvero lo si desidera.
Da quanto tempo gareggi nel mondo delle due ruote?
“Ho iniziato a frequentare il mondo delle corse nel 1996 da aiutante, turista o reporter. Peró ho iniziato ad andare in pista nel 1999, con molta calma e pochi soldi, facendo le prime gare serie a partire dal 2003. Prima con l’Aprilia 125 Sport Production, poi con la Honda 125GP nel 2006, per poi tornare alla 125 SP dal 2008 al 2012 e passare invece alle minimoto dal 2012 al 2018 (che avevo guidate solo un po’ nel 2006-2007). Pensavo di aver smesso con le ruote alte nel 2012 ma nel 2018 son tornata a gareggiare con la 125SP e così fino al 2021 in cui ho corso di nuovo con la 125GP! La minimoto mi ha spesso “salvata” dalla mancanza delle ruote alte, spesso condizionate dai troppi soldi necessari… Il mio vero amore è comunque sempre stato per le 125cc, ovviamente sempre 2 tempi (al giorno d’oggi purtroppo bisogna specificare).
Lulù Theffo da dove deriva questo tuo amore per il motociclismo?
“Non so, deve essere stato il destino, mi piacevano le moto, mi giravo quando le vedevo per strada dappertutto, avevo sui 15-16 anni ed ero in Belgio. Lì non si usavano nemmeno gli scooter per strada quindi figuriamoci se potessi mai aver pensato di usare una moto in pista. Un giorno ho vinto dei biglietti per andare a vedere le 24h di Spa e mi ricorderò per tutta la vita un momento in particolare: ero dall’altra parte del rettilineo e vedevo i box, ho pensato “peccato che non potrò mai andare da quella parte”, un po’ come quando vai a vedere un concerto e sai che non conoscerai mai il cantante.
E Invece ci sono poi stata dall’altra parte… Poco dopo ho conosciuto dei ragazzi nella mia via che andavano a far le corse e mi han presa con loro per aiutarli, da lì mi son innamorata delle corse. Mi facevano pulire le carene e robe così, ho cominciato a conoscere gente e poi son stata anche all’Europeo e al Mondiale, puntando a lavorare nell’ambiente “frustrata di non poter correre io”. Invece poi mi son trasferita in Italia e qualcuno mi ha fatto fare un giro, qualcun’altro un altro e ho iniziato ad andare in pista anch’io. Il primo che devo ringraziare è Giacomo Guidotti che mi fece provare a Varano dicendomi “se impari a metter le marce ti faccio girare nella pausa” (era un corso Aprilia). Dopo aver girato la prima volta poi altri mi fecero provare e piano piano ho provato a far qualche gara. I primi anni sono stati traumatici perché non sapevo andare ma ora come ora possiamo dire che non ho mai mollato visto che corro ancora. I pochi soldi mi han sempre impedito di girare molto, facendo praticamente solo le gare ma va bene così, il mio destino era questo, a volte ho corso di più, a volte di meno, a volte ho pensato di smettere per sempre, a volte ho ricominciato, ma non ho mai abbandonato i paddock che sono la mia vera casa. E c’è da dire che ogni volta che ho voluto smettere chiedendomi il perché di tutti quei sacrifici, appena son tornata in pista ho sempre capito il perché e so bene che non ce la farei mai a smettere del tutto“
Quali sono i tuoi risultati migliori raggiunti in carriera?
“Se parliamo di risultati puri posso dire di aver vinto una gara nel Motoestate al mio rientro nella 125SP nel 2018 ma di certo non era il livello degli anni 2000 dove le griglie erano pienissime. Non considero nessun mio risultato più importante. Ricordo volentieri la mia partecipazione ad una gara di Europeo 125GP a Vallelunga nella 125GP dove mi son classificata in ultima fila ma il livello era veramente alto ed è stato un bel episodio. In ogni caso sono di quelli mai contenti dei propri risultati anche se so che purtroppo non ho mai girato molto e quindi va bene anche quello che ho fatto”.
Tu hai lavorato anche in MotoGP. Com’è stata quella esperienza?
“Si, ho lavorato in Motogp dal 2005 al 2006, col team d’Antin Pramac, come addetta stampa. La mia scelta però, è stata quella di smettere, perché non riuscivo a correre alcune mie gare. La mia scelta è sempre stata quella di correre e non di stare dietro le quinte. In quell’ambiente ho conosciuto persone fantastiche, ed ho imparato lo spagnolo. Quello non era un lavoro adatto a me, per quella professione ci vuole un esterno. Il paddock del motomondiale era ancora bello all’epoca, anche se già si dormiva in albergo. Di gente fantastica ne ho conosciuta in tutti i paddock, dal motomondiale alle minimoto. Preferisco quelli veri, dove si dorme in furgone, nelle tende o nei camper e ci diverte la sera con delle belle grigliate”.
Ci sono dei momenti da ricordare o da dimenticare nella tua carriera?
“Ci sarebbe un libro da scrivere, visto che i momenti da ricordare sono tantissimi. Il paddock è pieno di momenti da ricordare, ci sono anche quelli brutti, ma quelli sì dimenticano”.
Lulù Theffo, quali sono i tuoi obiettivi futuri?
“Continuare a correre finché mi rilasciano la licenza, ed ovviamente con i due tempi fino a quando esisteranno. Continuare con le 125GP o 125SP, anche perché ho corso sempre con quelle. La GP è più difficile e costosa, mentre la SP è più facile. Le amo entrambe, anche se nella GP nel 2021, mi sono rotta la clavicola. Nel 2022 correrò ancora nelle due classi, ovviamente secondo i soldi e le possibilità”.
Qual è la tua visione delle donne nel motorsport?
“La mia considerazione è che il motociclismo è uno sport che può essere misto, tanto da non aver mai capito perché si vogliano correre campionati diversi. Io, infatti, ho sempre corso in campionati misti. C’è da dire che negli ultimi anni, le ragazze sono cresciute, sin dalle minimoto, ma sono sempre meno dei maschi. Che ci siano più ragazze mi fa piacere, anche se non ci faccio caso. Un discorso che però, sarebbe d’approfondire”.
Riccardo Ventura