Un grande campione, un grande uomo. Manuel Poggiali ha scritto la storia del motociclismo mondiale.
Nel 2001 ha vinto il titolo iridato 125 su Gilera riportando la casa motociclistica italiana al successo dopo 44 anni. L’anno successivo ha sfiorato il bis conquistando un ottimo secondo posto e nel 2003 ha trionfato nel Mondiale 250 su Aprilia, alla sua prima stagione in questa categoria.
Ha lasciato le competizioni prima del previsto ma si è realizzato in altri ambiti. Oggi ha una splendida famiglia, è padre di due bellissimi bambini e ricopre un ruolo prestigioso nel team Gresini.
“Sono l’Assistente Manager ed il coach di pista – spiega Poggiali – aiuterò Fausto Gresini un po’ in generale. Sono molto felice ed orgoglioso. Penso di essermi meritato questo incarico grazie all’impegno profuso nel 2018 con i giovani del team”.
Come vedi il ruolo del coach?
“Io in passato ho vinto tanto ed in breve tempo. Cerco di trasmettere il mio metodo di lavoro, la mia esperienza, ai giovani. Io vedo cose che forse altri non percepiscono. Il grosso del lavoro si fa a casa, curando tanti aspetti. Bisogna arrivare alle gare già pronti. Il ruolo del pilota è molto più complesso di quanto si possa immaginare”.
Il ruolo dei genitori dei piloti?
“I genitori fanno grandissimi sacrifici per consentire ai loro figli di gareggiare però il loro ruolo dev’essere quello dei tifosi. Devono fidarsi di quello che fa il team. Abbiamo metodi di lavoro professionali, passione e cuore: tutto per mettere i piloti nelle condizioni di esprimersi al massimo”.
Nel 2019 torni nel Motomondiale a tempo pieno. Cosa provi?
“Sono contento ma non mi sento arrivato, anzi. Il mio obbiettivo è crescere, cercare di migliorare sempre più. Sono stato tanti anni nel paddock e mi sento un po’ a casa. Ringrazio Fausto Gresini per questa opportunità”.
Il team sarà impegnato anche in Moto E con Lorenzo Savadori e Matteo Ferrari, due romagnoli doc. Siamo su E-Motors, quindi, la domanda sulla Moto E è d’obbligo. Cosa ti aspetti?
“Savadori e Ferrari sono bravissimi ragazzi e grandissimi piloti ma ancora non sono riusciti ad esprimere completamente il loro talento. Dobbiamo lavorare duro in modo d’invertire questa tendenza. Hanno le potenzialità per fare molto bene. Credo in loro ed in tutto il progetto Moto E”.
Sei lo sportivo sammarinese più rappresentativo di tutti i tempi. Negli ultimi anni hai collaborato con il Comitato Olimpico Sammarinese.
Continuerai a seguire anche lo sport bianco-azzurro?
“Sono molto legato alla mia nazione e mi piacerebbe dare il mio apporto allo sport sammarinese. La mia disponibilità c’è, vediamo cosa si farà”.
Marianna Giannoni