Maurizio Castelli, un eroe moderno
Maurizio Castelli è tra i più grandi campioni del motociclismo paralimpico internazionale.
Ha 27 anni, abita in provincia di Viterbo e lavora in una scuola di motociclismo, ad Orte. Attualmente è secondo nel Campionato del Mondo e primo nel Campionato Italiano. Il prossimo week-end gareggerà a Magione nella serie tricolore e vuole rafforzare la sua leadership.
Abbiamo incontrato Maurizio Castelli a Misano e ci ha raccontato la sua storia.
“Tutto è iniziato il 7 agosto 2015, pochi giorni dopo avere comprato la moto – esordisce Maurizio – Ero su un passo di montagna, curva a sinistra ed un fuoristrada mi ha centrato in pieno. Nell’impatto ho perso l’avambraccio sinistro. Mi hanno trasportato in ospedale e non sapevano se avrei superato la notte. Appena hanno stabilizzato le funzioni vitali, mi hanno operato. Mi hanno tolto la milza e cercato di riattaccare l’avambraccio. L’incubo è iniziato proprio in quel momento”.
In che senso?
“Sono stato in coma. Al risveglio pensavo solo ad andare in moto. Strada o pista indifferente, mi bastava tornare in sella. Il braccio intanto era totalmente coperto e non lo sentivo. Quando me lo hanno scoperto è stato uno choc. Era impressionante. È partita la necrosi. Dopo un mese mi hanno amputato il mignolo, dopo 6 mesi mi hanno curato la necrosi ma comunque non avevo più i tendini e i muscoli erano atrofizzati. L’unico movimento era un ricordo muscolare delle dita. Questo avambraccio non serviva a nulla. In pratica avevo una protesi brutta e che non funzionava. Ho chiesto l’amputazione”.
Prima dell’incidente gareggiavi già in moto?
“No, ero andato in circuito due volte. In febbraio 2016 mi hanno amputato l’avambraccio, ed a fine aprile sono risalto in moto. Ho partecipato ad uno dei corsi dei Diversamente Disabili, organizzati da Emiliano Malagoli , utilizzando una protesi. Ho impiegato quasi un anno a prendere la patente ed ho incominciato ad allenarmi con una R6 da pista”.
Quando hai iniziato a gareggiare?
“Nel 2017, nella 600 ed ho subito vinto sia il nazionale che l’ internazionale. Nel 2018 ho continuato con la 600 e quest’anno sono passato alla classe 1000, utilizzando la stessa moto con cui avevo avuto l’incidente”.
In questi anni hai avuto anche un istruttore d’eccezione.
“Esatto, Alex De Angelis. Mi ha aiutato molto, soprattutto all’inizio. Ho fatto due corsi con lui al Mugello e quando posso scrocco ancora da lui qualche consiglio”.
Castelli, qual è il il tuo traguardo?
“Il mio vero, grande obbiettivo è gareggiare con i normodotati e migliorare ancora. Sono consapevole dei miei limiti ma perso che potrei gareggiare in un trofeo, ad esempio nella Pirelli Cup. Intanto sto sviluppando una nuova protesi specifica da moto con la Ottobock di cui sono testimonial. Mi ha già fornito una protesi bionica con 19 sensori. Con questa riesco ad usare polso e dita”.
Lo sviluppo, il progresso, passa spesso dalle corse. A livello motoristico ma anche protesico.
Marianna Giannoni