Nel secondo numero del mensile E-Motors, nel 2004, avevamo pubblicato una bella intervista a Mattia Pasini. Ve la riproponiamo, sperando di strapparvi un sorriso.
Basta sentirlo parlare per capire che ha una forza di carattere straordinaria, basta vederlo guidare per ammettere che ha un talento unico. Mattia Pasini è il pilota rivelazione del Mondiale 125 ma i suoi risultati stupiscono solo chi non lo conosce. Nella stagione 2003 era bellissimo guardarlo girare nel Campionato Italiano e nell’Europeo con l’ Aprilia del Gold Racing – Pas. Non saliva sempre sul podio ma emozionava con rimonte impossibili, con sorpassi spettacolari e con uno stile di guida inconfondibile. Ma per lui tutto ciò era normale, così come era normale salire sul podio nell’ Europeo, approdare al Mondiale e lottare per le prime posizioni nella serie iridata.
“Il mio approccio con il Mondiale è stato tranquillo, mi aspettavo di essere più nervoso invece tutto ok. L’ambiente è molto diverso da quello che frequentavo un anno fa: è super professionale, mi piace, è un gran bell’ambiente!”.
Con chi hai legato di più dei piloti?
“Con Dario Giuseppetti che conosco fin dall’Europeo e con il mio compagno di squadra Locatelli. Il team LCR è una grande famiglia”.
Chi invece non ti ispira?
“Barbera. Mi sembra un gallaccio, è molto divo, fa il signore…Non mi piace”.
Simoncelli e Dovizioso?
“Simoncelli non lo incontro spesso nel paddock ma ho un buonissimo rapporto con lui. Con Dovizioso mi sembra di essere tornato ai tempi delle minimoto. Sta facendo un buon campionato ma Locatelli secondo me è più motivato”.
A proposito di Locatelli, tuo compagno di squadra, lo aiuterai nella lotta al titolo?
“E’ normale. Lui mi ha aiutato dandomi tanti consigli e mi auguro di contraccambiare il favore”.
In questi giorni hai rilasciato una marea d’interviste. Complimenti, sei bravo davanti ai microfoni ed alle telecamere!
“Davvero? No, non penso, devo migliorare…Non ero abituato a tutto questo clamore, alle public relations, gli incontri con gli sponsor e con la stampa. Sono cose importanti ma nuove per me”.
Tra gli argomenti che hanno incuriosito di più giornalisti e tifosi la storia dell’incidente del ‘98 con la moto da cross che ti ha causato la rottura dei legamenti del braccio destro costringendoti ad uno stop di due anni. Questo infortunio ti crea ancora dei problemi?
“Che botta che avevo dato! Sicuramente influisce sulle mie prestazioni ma non penso. Se fossi al 100% ad esempio sentirei meno la fatica fisica ma mi sono allenato molto quindi riesco a fare ugualmente ciò che vorrei. E’ successo, devo tirare avanti facendo finta di nulla”.
Ed il fatto di non conoscere le piste, invece, ti limita?
“Ormai ci sono abituato. Nel 2003 non conoscevo i circuiti dell’Europeo, quest’anno non conosco quelli del Mondiale. Se un pilota ha talento può andare forte ovunque anche dove non ha mai corso”.