Nicolò Bulega: la rivincita su chi non credeva più in lui e il futuro in SBK
La carriera di Nicolò Bulega può essere narrata in tante tappe e tutte, sono importantissime per arrivare poi lì, sul tetto del mondo. La sua storia è di quelle travagliate, arrivato nel motomondiale con le aspettative di chi doveva per forza vincere, si è ritrovato presto nel vortice dell’incubo, tanto da dover abbandonare il paddock del motomondiale, per approdare in un nuovo nido. Quel nido si chiama Supersport, che grazie a Ducati ha riportato in auge il nome del ragazzo e in 2 anni lo ha portato a conquistare la gloria. Questa storia è d’annoverare e da raccontare, per la determinazione con la quale l’italiano si è saputo rimettere in gioco.
Il titolo nel CEV per poi scemare tra Moto2 e Moto3
Il 15 novembre del 2015, Bulega si laureava campione del mondo junior della Moto3, un traguardo storico per un pilota italiano, essendo il primo del belpaese a vincere un titolo nel CEV. Le aspettative su Nicolò erano quindi alte, molti lo davano già tra i grandi, una promessa pronta ad esplodere a far continuare la grande tradizioni di centauri italiani. Nel 2016 l’esordio in pianta stabile nel mondiale Moto3 con il Team Sky di Valentino Rossi. Quella è la stagione delle conoscenze e lui chiude settimo, conquistando due podi. Un anno da rookie nella norma, ma per il 2017 tutti attendo il grande salto in avanti. L’annata però rivela avara di soddisfazione, non arrivando mai a podio e non riuscendo a fare meglio di quinto come risultato migliore in gara. La stagione si chiude con un dodicesimo posto e nemmeno 100 punti conquistati.
Il 2018 è l’anno della verità per Nicolò nella cilindrata minore del motomondiale, ma la stagione si rileva ancora un grosso buco nell’acqua. L’inizio è pieno di ritiri, per poi andare per poche volte a punti, sino all’infortunio prima di Motegi. Bulega si taglia durante un’incidente domestico, che lo costringono ad un’operazione ai tendini della mano. Stagione finita e domande sul futuro che iniziano a venire fuori. La decisione lo porta al salto in Moto2, sempre con il Team di Valentino, per cercare di ritrovare sé stesso. Le tre stagioni nella categoria di mezzo però, non vanno come dovrebbero andare. Nel mezzo c’è anche il passaggio in un Team più famigliare, come quello di Gresini, dove anch’esso, non porta ai risultati sperati. Il momento di salutare il motomondiale pare giunto.
Il sorriso torna grazie a Ducati
Il 2022 è l’annata per tornare a sorridere, cioè quando decide di andare a correre in SuperSport. Bulega decide di passare nel paddock della Superbike, dove sposa subito il progetto della Ducati V2. Il campionato SSP ha subito una rivoluzione, che ha portato la casa di Borgo Panigale a sposare anche questo progetto. Il primo anno è di conoscenza, ma già dà segni incoraggianti. Nicolò chiude quarto, ma è il primo della categoria “Supersport Next Generation”, inquanto non corre con una 600cc tradizionale, ma con una moto con una cilindrata superiore, ma limitata dai regolamenti. Il campionato deve conoscerlo anche la casa italiana ovviamente ed il pilota conquista in stagione ben 8 podi, un traguardo mai raggiunto prima dal ragazzo.
Nel 2023 la Ducati ha capito il campionato e porta una moto davvero perfetta e Bulega fa tutto il resto. Nasce un binomio esplosivo, capace di vincere 14 gare e dominare per lunghi tratti la stagione. Poche sono state le battute d’arresto e tutto ciò ha portato al coronamento del sogno. Nicolò, infatti, ha coronato il suo sogno, quello di diventare campione del mondo e lo ha fatto dimostrando a tutti, quelle qualità che ha sempre avuto ma che forse facevano fatica a far sbocciare. La decisione di lasciare il motomondiale, si è rilevata la più giusta della sua vita, perché delle volte cambiare è la cosa più giusta che si possa fare.
Bulega: la rivincita
Questa è la rivincita di un ragazzo, che nel tempo è stato bersagliato dalle critiche. Tutti gli davano addosso, alcuni addirittura si chiedevano sé il mondiale fosse troppo per lui. Eccola la risposta, Bulega ha risposto così, con i fatti e scrivendo il suo nome nella storia. Il titolo appena vinto non verrà difeso, infatti per lui, si aprono le porte della Superbike. Ducati lo ha premiato dandogli un sedile nel Team Aruba, ovvero sarà il compagno di squadra di Alvaro Bautista. Nicolò ci ha insegnato che non bisogna mai mollare, non bisogna darla vinta a nessuno e delle volte è meglio cambiare aria, ritrovare magari un luogo più famigliare e ripartire con tutta la carica che si ha. Perché sé uno aveva le giuste carte per arrivarci, prima o poi lo fa, ecco perché questa, è la vittoria di chi non molla mai e conosce a pieno tutte le sue qualità.
Riccardo Ventura
Foto Aruba