Storie – Marco Bussolotti “Lavoro 12 ore al giorno, vado in pista e lotto con i piloti professionisti”
Serietà, professionalità, impegno, passione e soprattutto talento. Marco Bussolotti è da oltre 15 anni tra i piloti più stimati del panorama italiano. Nel Campionato Italiano Velocità è una stella ed avrebbe potuto brillare anche a livello internazionale ma, come sappiamo, il talento non basta. Quest’anno gareggerà nel CIV Supersport 600 con il GAS Racing Team.
Marco Bussolotti, a differenza di altri piloti, non trascorre le giornate in palestra, ad allenarsi in moto o in bicicletta ma in officina. Nella sua officina: Busso Garage, ad Ancona.
“Lavorare 12 ore in officina, andare in moto con pochissimo allenamento, giocarsela contro tutti quelli che fanno i piloti a tempo pieno e stargli davanti… da gusto, da parecchio gusto!” – afferma Bussolotti – “La mia filosofia di conciliare il lavoro con le corse è semplice. Purtroppo dopo 8 anni trascorsi nel circus del Mondiale Superbike, tra STK 600, STK 1000 e WSS, ho capito che se non hai il budget adeguato o le giuste conoscenze non potrai mai avere una moto al top. Mio padre ha cercato sempre di aiutarmi, in qualsiasi modo, per farmi gareggiare. Dopo l’ennesima fregatura gli ho detto che mi ero stancato di sperare e che avrei aperto un’officina assieme ad un mio socio. È stata una delle soddisfazioni più grandi della mia vita. Fortunatamente ho poi trovato il Team Velocisti che mi ha dato la possibilità di tornare al CIV. Sono ripartito con un piccolo team, a livello famigliare, e mi sono classificato al 3° posto. Ho poi sfiorato il titolo con l’ RM Racing Team, sempre contro l’MV che aveva 10 cv in più, sono tornato con Yamaha con il Gas Racing Team e nel 2018 sono andato con Rosso Corsa. L’anno scorso credo di essere stato l’unico che ha creduto in un progetto tutto nuovo: come al solito sono dovuto ripartire da zero ma ho quasi vinto il titolo. Ora Sono tornato al GAS”.
Hai sfiorato il titolo italiano tante volte. Cosa ti è mancato?
“Me lo chiedono tutti. Purtroppo sono mancate diverse cose tra cui gareggiare per lo stesso team per più di una stagione! Quando sono tornato in Yamaha c’era la nuova moto ed ho dovuto fare “il lavoro sporco” , quindi sia da parte mia che della squadra, abbiamo cercato di crescere assieme. Quando dovevo consolidare, per una serie di fattori, ho cambiato squadra e come al solito qualcuno si è trovato metà del lavoro pronto! Nel 2018, poi, sono stato davvero sfortunato!”
Obbiettivi futuri?
“Vincere il titolo, continuare a fare qualche apparizione nel Mondiale e fare crescere la mia attività. A livello di team sono tornato al GAS e spero di restarci a lungo”
Ultimamente molti piloti lavorano come coach. Cosa pensi di questo ruolo?
“Piacerebbe anche a me aiutare i giovani, spesso me lo chiedono ed è una cosa in cui credo vivamente. Ripensando alla mia carriera, se da piccolo avessi avuto una figura del genere, avrei superato le difficoltà in minor tempo. Penso però che, crescendo, le furbizie, le astuzie un pilota le impara da solo. Vedere piloti blasonati che hanno bisogno del coach mi fa sorridere!”
(Foto di repertorio)
Marianna Gianno